Se ne è da poco andato da questo piano terreno Steve Paxton. Figura umana ed iconica per i tanti appassionati e praticanti di Contact Improvisation sparsi in giro per il mondo. C'è chi l'ha conosciuto personalmente e chi, come me, ne ha apprezzato ed amato gli insegnamenti in altro modo. Perché Steve Paxton, insieme al suo alter ego femminile Nancy Stark Smith (scomparsa, ironia della sorte, nel 2020 proprio nel pieno dei distanziamenti, mentre lei aveva vissuto una vita intera ad insegnare e a praticare il contatto...ah la vita!) È la Contact Improvisation. Si annusa il profumo dei suoi insegnamenti in ogni angolo del mondo in cui viene praticata. Eppure la CI non è mai stata formalizzata né istituzionalizzata, non è mai stato creato un "metodo" o una "tecnica". È nata libera ed è rimasta libera. E l'aspetto secondo me più sorprendente è che a distanza di più di 50 anni dalla prima performance in una hall universitaria americana (era il 1972!) ancora esiste ed è tuttora una pratica viva, che vive, grazie all'impegno ed alla passione di tanti praticanti in giro per il mondo. Anche se nel corso degli anni la pratica è cambiata per il mutare stesso delle epoche della vita, tuttavia il "frame" / il "cadre" (per dirla alla francese) è rimasto più o meno lo stesso.
🔸🔹
🔸Che cos'è quel "non so che" che resta anche quando il Maestro non c'è più?
🔹È l'insegnamento che ha lasciato
🔸Non solo
🔹Che cos'altro resta allora?
🔸La Maestria. Un Maestro, quando lascia il piano terreno, lascia in Dono la Maestria
🔹La sua?
🔸No, la tua! Grazie al suo esempio, il Maestro attiva in te la tua Maestria rispetto a quella particolare abilità o Talento
🔹Ma io non sarò MAI come lui...
🔸Non DEVI essere come lui per il semplice fatto che siete diversi, siete due nature umane diverse
🔹Ma Lui è indubbiamente meglio di me
🔸Diciamo che Lui ha una coscienza più espansa della tua
🔹Che cosa significa?
🔸Significa che ha accesso ad una banca dati di informazioni di cui solo lui ha la password
🔹E perché solo lui e non anche altri?
🔸Perché quel tipo di conoscenza non è ad accesso diretto ma necessita di un tramite in grado di decodificarla affinché sia accessibile anche ad altri, altrimenti risulterebbe incomprensibile
🔹Detto in altro modo, è forse come se avesse bisogno di un interprete umano che la traduca in una lingua comprensibile ai più?
🔸Sì, è così. Diciamo che, per molti aspetti, la Terra è una scuola con vari livelli di apprendimento: ci sono le elementari, le medie, le superiori ed il liceo e l'università. Ogni ordine e grado di scuola ha dei Maestri che hanno già concluso quel ciclo di apprendimento e possono di conseguenza trasmettere la conoscenza appresa ad altri, ma solo per quello specifico ordine e grado. Lo scopo del maestro è un pó come quello di un Coach, ovvero un bus che ti porta da un luogo (livello) ad un altro
🔹Ad esempio, dalle elementari alle medie?
🔸Esatto. Poi però alle medie incontrerai altri Maestri che ti traghetteranno dalle medie alle superiori. Ed alle superiori altri ancora che ti traghetteranno fino all'università. Non puoi pretendere che un Maestro delle elementari ti insegni anche alle medie, o che uno delle medie ti insegni anche al liceo, perché non è di sua competenza. Tante volte facciamo fatica a lasciare andare un Maestro, soprattutto se lo abbiamo amato tanto, e vorremmo rimanere sempre lì con lui, al suo "livello". Oppure in altri casi, quando siamo noi a passare ad un altro ordine di scuola, lo critichiamo perché vediamo solo quelli che consideriamo in quel momento dei suoi limiti (che, spesso, sono solo e squisitamente relativi al suo essere umano)
🔹 È vero, è proprio così. Mi ritrovo in entrambe le descrizioni. E che cosa sarebbe più onesto fare, secondo te?
🔸Riconoscere che il Maestro è anche un Uomo. E che, in quanto essere umano, vive anche lui come noi (e come può!) la sua di Vita. Poi, a volte, indossa anche il cappellino del Maestro e, quando lo fa, è importante riconoscerne la Maestria nella pratica di quel particolare Talento
🔹Ma che cosa fa di preciso un Maestro da questa prospettiva?
🔸Risveglia il ricordo della tua Maestria specchiandoti la sua. A te poi il compito a casa di coltivarla per farla germogliare e specchiarla a qualcun altro, se questo è ciò che ti è richiesto di fare. Anche se in realtà tutti abbiamo il potenziale di almeno una Maestria. Poi non tutti la/le coltivano e, di conseguenza, si illudono di non averne di proprie restando così appiccicati, vita natural durante, al Maestro o ai Maestri di turno
🔹È come una dipendenza dal proprio Maestro?
🔸Sì, e spesso è considerata una forma di rispetto. In realtà non è così. Perché un Maestro come D'Io comanda ti mostra che anche tu hai le ali, mentre con il suo insegnamento ti insegna a dispiegarle e ad usarle per poter volare da solo. Un vero Maestro ti mostra una via verso la Libertà. Non metterebbe mai condizioni o vincoli, magari in entrata per verificare se quello è il tipo di scuola adatto a te, ma di certo non in uscita. Anzi, la sua più grande gioia dovrebbe essere quella di vederti dispiegare le tue ali e volare altrove via da lui
🔹E se è il Maestro a volare altrove, che cosa dovrei fare?
🔸Bisogna, devo...innanzitutto prova a sostituire questi verbi con altri più morbidi ed accondiscendenti verso te stesso.
Per tornare invece alla tua domanda ti direi soltanto "Benedicilo", ovvero parla bene di lui, perché ti ha permesso, comunque, di fare un passaggio da una riva ad un'altra attraversando il ponte costruito con i suoi insegnamenti
🔹Sì, e aggiungerei anche un bel "Grazie"!
🔸Sì, perché "Grazie" è comunque sempre un "dire bene"!
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Il Maestro - Renato Zero
Fabiola - Albero dei Talenti®, la Via del Cuore
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